La quarta stagione di Homeland sarà uno dei piatti forte dell’autunno di Fox e di Sky, insieme agli zombie di The Walking Dead e altre serie tv. Coincide fra l’altro con il rilancio del canale FOX, che promette una prima tv per ogni sera. Siamo riusciti a vedere le due puntate che fanno da premiere a questa stagione, in cui la protagonista interpretata da Claire Danes, un ruolo che gli è valsa la vittoria di due Emmy negli ultimi tre anni, deve ripartire da capo. L’avevamo lasciata incinta, che guardavo il suo amato Brody finire impiccato in una piazza di Teheran. Si chiude il capitale Iran e tutta la vicenda che aveva animato le prime tre stagioni di Homeland. Un reset vero e proprio. Quindi?
Quindi Carrie ora è a Karachi a dirigere la sezione della CIA, la chiamano la Regina dei Droni, per l’alto numero di missioni portato a termine con l’aiuto degli apparecchi telecomandati. Le direttive vengono dal suo collega ad Islamad, che ha una fonte sicura, ma segreta, e che gli ha permesso di individuare molto bersagli importanti nella lotta al terrorismo. Qualcosa va storto nella missione. Perchè stavolta nel bersaglio, una fattoria, si sta svolgendo un matrimonio e restano uccise 25 persone, insieme al terrorista. Il fatto è realmente accaduto nell’aprile 2011 e sono seguite moltissime politiche, ma qui si fa vedere che l’attacco è stato opera di due F15. Ne seguono ripercussioni perchè c’è un sopravvissuto, il nipote del terrorista, che tutto è meno che un’integralista. Studia medicina a Islamabad e non gli interessa la politica, solo che è sconvolto dalla morte della famiglia. Sul suo smartphone ha un video del matrimonio che culmina nell’esplosione. Il suo amico e compagno di stanza pubblica il video su Youtube e il risultato è una fama inaspettata, e non voluta, per il ragazzo e un assalto che vede la morte di Sandy, il direttore della sede CIA di Islamabad. Carrie e poi Quinn, c’è anche lui, tornano in patria e devono fare i conti con il nuovo direttore della CIA, quello che aveva preso la poltrona di Saul, che ora lavora nel settore privato. Carrie dovrebbe rimanere in USA ora, ma non sarà così. Non vi dico altro altrimenti sarebbe uno spoiler inaccettabile.
Carrie appare più calma e controllata all’inizio, ha partorito e la famiglia, che ha i capelli rossi come Brody, vive con sua sorella. E’ tutto apparente. Il suo abisso è nascosto e si rifarà vivo. E’ stato per un breve periodo ad Istanbul, destinazione tranquilla per la CIA, ma non è durata, altrimenti doveva fare i conti con se stessa e avrebbe potuto portare la bambina con sé. Però sua figlia è anche il simbolo di ciò da cui lei scappa: il legame, la responsabilità, il ricordo di Brody e la stabilità.
C’è un passaggio cruciale dove l’abisso della protagonista si spalanca, quando sta facendo il bagnetto alla piccola e si trova a lasciarla andare sott’acqua. Lei chiude gli occhi e dopo pochi secondi li riapre tirando fuori la figlia. Sono pochi istanti che danno il senso di come i suoi fantasmi siano tornati, anzi non siano mai andati via.
E’ ancora presto per giudicare, le prime impressioni sono positive, siamo di fronte ad un plot che riparte da zero e che ha delle linee di sviluppo intriganti, come il probabile ritorno di Saul alla direzione dell’Agenzia, vista la sua insoddisfazione e l’iniziativa dell’amico Dar Adal. Certo l’eredità è onerosa, visto anche l’ultima stagione era stata inferiore alle precendenti, ma Homeland comunque è stato davvero un grandissimo successo.
La mia speranza, personale, è di vedere ancora una volta Saul in un ruolo centrale, ho sempre avuto molta stima per Mandy Patinkin e smisi di guardare Criminal Minds quando uscì dalla serie per essere sostituito dal personaggio di Joe Mantegna.
Comunque Carrie è tornata.